Racconti, sfide, imprese al femminile dal mondo caseario

FacebookTwitterPinterestShare

Il formaggio è donna. Ce lo dice la storia, perché in passato, soprattutto nelle piccole realtà agricole, di solito l’uomo si prendeva cura degli animali, mentre le donne gestivano in modo particolare tutte le attività legate alla caseificazione. Ce lo dice il presente, perché oggi sono molti i caseifici a trazione ‘rosa’ in cui le donne hanno un ruolo da protagoniste. Ce lo dice, infine, il futuro, dove la passione, la sensibilità e la bravura di tante donne saranno determinanti per scrivere nuove pagine della storia casearia.

In questi anni in cui abbiamo raccontato le “storie fuori dal gregge” del Pecorino Toscano DOP, ma più in generale del variegato mondo lattiero caseario, ci è capitato più volte di incrociare le esperienze di tante donne allevatrici, produttrici, imprenditrici. A pochi giorni dalla “festa della donna” abbiamo deciso di dedicare loro un piccolo omaggio ripercorrendo i tanti articoli al femminile che hanno popolato il nostro blog. Sperando che, in futuro, siano ancora molte le storie di donne da raccontare.

Come quella di Marzia Verona, piemontese che, dopo un incontro con un pastore nel 2003 ha iniziato a indagare e raccontare il mondo del pascolo vagante con libri, foto, romanzi. Una vera e propria cronista del pascolo di montagna, oltre che un’esperta allevatrice innamorata del proprio lavoro.

Donna fa rima con tenacia, con perseveranza. Due valori centrali nella storia di Michela Paris, che abbiamo raccontato alcuni anni fa. Michela allevava pecore insieme al marito a Ussita, sui monti Sibillini, fra i luoghi epicentro del terribile sisma del 2016. Un disastro che non l’ha piegata e l’ha convinta ancora di più a portare avanti il suo progetto avviato nella primavera del 2016: recuperare la razza della pecora sopravissana, nativa dei Sibillini e a rischio estinzione.

Un’altra pastora, Daniela Zamperini, è la protagonista di una storia di agricoltura e allevamento che ci porta a Roccalbegna. Daniela è una figlia d’arte che, a un certo punto della sua vita, ha deciso di prendere in mano le redini dell’impresa famigliare.

Dalla montagna al mare arriviamo al caseificio Follonica, azienda fondata da Francesco Spadi che oggi è guidata dalla figlia Federica Spadi e dal marito Luca Tanganelli. Federica è nata tra i formaggi, ma non aveva nessuna intenzione di crescere nel mondo caseario. E invece la vita spesso segue vie che sono diverse da quelle che ognuno di noi immagina.

Un’altra donna a guidare il caseificio di famiglia è Angela Fiorini, de Il Fiorino. A fianco di Angela c’è il marito Simone Sargentoni e dietro di loro, chissà, due piccoli grandi donne, Valentina e Sofia, che forse, potrebbero proseguire la lunga tradizione iniziata con il fondatore Duilio Fiorini e, prima ancora, da Caterina Pandolfi, nonna di Angela e figura importantissima nella storia del caseificio di Roccalbegna.

Ha un’anima femminile anche il Caseificio Fattorie di Maremma, dove Bartolomeo Casula è affiancato alla guida dell’azienda dalla figlia Eleonora, così come il Caseificio Ranieri, a Follonica, fondato da Gerardo Ranieri, ma guidato oggi, dal tandem dei figli Andrea e Matilde, oltre che dalla moglie Erminia Catambrone.

Sempre per la serie “pastorizia in rosa”, abbiamo scritto di Anna Kauber che ha attraversato l’Italia per oltre 1500 chilometri alla ricerca di donne-pastore pronte a raccontare la loro storia. Sempre a proposito di pastore, poche settimane fa abbiamo intervistato Rachele Petrucci, 21 anni, per conoscere meglio la sua scelta di allevare pecore e fare formaggi sulle montagne pistoiesi. Dai profumi dei pascoli ai sapori del formaggio: Valentina Bergamin  è una blogger con una passione sconfinata per il mondo caseario. Valentina ha vinto il primo concorso di “miglior assaggiatore d’Italia” promosso dall’Organizzazione nazionale assaggiatori di formaggi nell’ambito della rassegna Forme, svoltasi a Bergamo lo scorso ottobre.

Valentina, Rachele, Federica, Angela, Matilde, Erminia, Marzia, Anna, Michela. Sono solo alcune delle donne del formaggio che abbiamo avuto modo di conoscere grazie al nostro blog. Moltissime altre sono quelle che in silenzio, dietro le quinte, portano avanti l’antica arte casearia. A loro e a tutte le donne va il nostro augurio di un buon 8 marzo.